Vi siete mai chiesti cosa siano gli ultrasuoni?! Siamo sicuri che servano solo a richiamare i cani?!
Molto semplicemente sono che “suoni”, ossia onde meccaniche che si propagano in un materiale, con una frequenza maggiore rispetto a quella dell’udibile umano.
I cani possono “sentire” suoni a frequenze che l’orecchio umano non riesce a percepire, per questo esistono dei particolari “fischietti” che creano tali onde per poterli richiamare.
Ma è solo l’inizio, gli ultrasuoni sono utilizzati anche per effettuare controlli e riuscire a creare delle immagini di ciò che non si può vedere, un po’ come fanno i pipistrelli con l’eco localizzazione, per potersi orientare nonostante la loro quasi cecità.
È questo il principio che si utilizza per studiare l’interno di alcuni oggetti o materiali, tramite dei particolari attuatori e sensori, detti “sonde ultrasonore”.
La superficie vibra con frequenze ultrasoniche quando opportunamente eccitata elettricamente. Riuscendo a creare e immettere nei materiali delle onde meccaniche a tali frequenze, riusciamo a rivelare eventuali onde meccaniche/segnali riflessi che tornano indietro. Qualora vi fosse la presenza di un difetto, come un’inclusione, una cricca, una bolla all’interno del pezzo, si riesce con questo metodo a rivelarne la sua presenza.
Il medesimo principio è utilizzato nel campo medico con le ecografie, sonde ultrasonore e opportuni strumenti di rivelazione vengono utilizzati per poter addirittura in quel caso ricostruire l’immagine del corpo ispezionato, sfruttando più onde ultrasonore emesse a vari angoli. Nell’ambito dei controlli non distruttivi industriali esiste una tecnologia equivalente, definita con il termine di “phased array”, la quale permette di creare ed immettere nei materiali ispezionati onde a vari angoli e di poter dunque ricreare poi mappe della struttura interna dell’oggetto dell’ispezione.
Speriamo di aver reso un po’ meso misteriosi gli ultrasuoni e da oggi saprai che non servono solo per ecografie o richiamre il tuo cagnolino 😉 al prossimo Giltalks.