Chissà quante volte abbiamo preso un aereo e fatto passare i nostri bagagli in un impianto per la sicurezza Gilardoni, meglio conosciuti come FEP (Fly Easy Program).
Ma facciamo un passo indietro, quando nasce esattamente il controllo bagagli?
Dobbiamo risalire ai primi anni Settanta, con i primi dirottamenti aerei da parte di gruppi terroristici, dove nasce la necessità di avere più controlli. E’ in questo periodo che nasce e si sviluppa in Gilardoni la Business Unit Sicurezza.
Oggi è la divisione che si occupa dello sviluppo e della vendita degli scanner raggi X come misura per combattere il terrorismo e il contrabbando. I nostri clienti sono sia aeroporti ma anche tutti quei luoghi ad alto afflusso di persone che potrebbero essere potenziali obiettivi, come musei, tribunali, navi da crociere, ecc.
Nella storia della sicurezza, c’è una data importante che segna un cambiamento radicale nella security mondiale: è l’11 settembre 2001 con l’attacco alle “Torri Gemelle” a New York. Da allora gli scanner per i bagagli a raggi x iniziarono ad essere utilizzati non solo negli aeroporti, ma anche tutti quei luoghi ad alto afflusso di persone.
Come funziona uno scanner?
Quando il passeggero posiziona il proprio bagaglio sul nastro trasportatore, l’operatore dalla stazione di controllo azionerà il sistema per far sì che l’oggetto venga radiogenato all’interno del tunnel e ispezionato.
Una volta comparsa l’immagine, l’operatore dovrà analizzarla per trovare gli oggetti proibiti. Ad aiutarlo in questo compito ci sarà il nostro software con l’utilizzo di falsi colori che indicano i diversi materiali.
Arancione: per composti organici, come droghe o esplosivi
Verde: composti inorganici, come plastiche o altro
Blu: materiali metallici, come armi e/o coltelli