Insieme a Luca Ghislanzoni, Direttore Tecnico in Gilardoni, oggi vedremo come i nostri impianti per i controlli di sicurezza negli Aeroporti creano l’immagine del bagaglio che portiamo in cabina o in stiva. Essi utilizzano la tecnologia dei raggi X per vedere all’interno dei bagagli, con essa si riesce a penetrare all’interno dei materiali e visualizzarne così il contenuto.

Come molti di voi, forse sapranno già, i raggi X sono una radiazione elettromagnetica caratterizzata da un certo range di lunghezza d’onda (tra 10 nanometri e 1/1000 di nanometro) e nello spettro delle radiazioni elettromagnetiche stanno tra i raggi ultravioletti ed i raggi gamma.

Se ancora non l’avete visto, guardate il GILTALK di Andrea Rocchi dove ci spiega in dettaglio cosa sono i raggi X!

La radiazione elettromagnetica, come i raggi X, è caratterizzata da una duplice natura, ondulatoria e corpuscolare, dove possiamo “immaginare” che l’energia che caratterizza una certa radiazione sia contenuta in corpuscoli chiamati fotoni trasportati dall’onda elettromagnetica. In realtà si è visto che la natura di una radiazione elettromagnetica si evidenzia in forma ondulatoria o corpuscolare a seconda del modo in cui viene misurata ma entrambe queste manifestazioni coesistono contemporaneamente.

raggi_x_spettro-elettromagnetico

 

 

 

Come utilizziamo i raggi X nei nostri sistemi per il controllo dei bagagli?

Sostanzialmente abbiamo un tubo a raggi X che emette un fascio di fotoni, i quali attraversano il bagaglio che transita all’interno dell’impianto. Quando questi interagiscono con il contenuto del bagaglio, in particolare con gli atomi dei materiali e con gli elettroni degli orbitali esterni di questi atomi, l’interazione provoca dei cambiamenti nell’energia dei fotoni che successivamente emergono dal bagaglio; si tratta dei fotoni che hanno mantenuto energia sufficiente.

L’energia di altri viene completamente assorbita dai materiali all’interno del bagaglio, alcuni vengono deviati nella loro direzione (c.d. radiazione diffusa o scatter) altri ancora invertono al loro direzione (c.d. backscatter).

Nei nostri impianti si rilevano i fotoni che continuano il loro percorso (si parla di “radiazione trasmessa”) e vanno a colpire quelli che sono degli elementi detettori o rilevatori dell’energia. Nel nostro caso i detettori che ricevono la radiazione trasmessa, quindi i fotoni RX emersi dopo aver attraversato ed interagito col bagaglio ed il suo contenuto, sono costituiti dal complesso fotodiodo e cristallo scintillatore in una configurazione lineare. Si parla di array lineari di fotodiodi.

Scopri meglio il loro funzionamento guardando il #GILTALKS sul nostro canale Youtube!

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