Il 17 giugno del 1905 nasceva Arturo Gilardoni, fondatore della Gilardoni Raggi X, una Scientific Industry che da quasi 75 anni si è dimostrata sempre al passo con i tempi, con lo sguardo volto al futuro ad anticipare le esigenze della società. Vogliamo ricordare Arturo in occasione del 116° anniversario dalla sua nascita con questo breve articolo.

Da una vecchia testimonianza sappiamo che il nostro Arturo aveva un fisico asciutto, uno stile semplice ed essenziale, vestito di bianco in estate e blu d’inverno, spesso indossava una cravatta blu a pois bianchi; “ideava perfino i suoi abiti”. Altri lo descrivono come “una persona semplice, di poche parole, si è sempre autodefinito costruttore”.

Fu un uomo innamorato della natura, difatti traeva da essa ispirazione ed energia vitale. Scrisse alcune frasi per una monografia sul violino (ispezionato a raggi X) con dei suoi pensieri espressivi e significativi sull’arte e la musica. Amava la continua divulgazione di ogni intuizione, osservazioni e scoperte che pubblicava in atti di convegni, in libri o nei “NotaGil”, notiziario d’azienda fondato nel 1962. Partecipò a molteplici seminari nel mondo, incontrando anche illustri scienziati come Enrico Fermi ed Albert Einstein.

Arturo Gilardoni, fondatore della Gilardoni Raggi X, Scientific Industry

"Ideava perfino i suoi abiti"

"Una persona semplice, di poche parole, si è sempre autodefinito costruttore"

Arturo dedicava molte ore allo studio, facendo della sua passione una Ricerca scientifica applicata alla Radiologia. Il passaggio dalla scienza all’industria fu facilitato anche dalla sua predisposizione all’insegnamento pratico, costruttivo e formativo dei giovani. Difatti le pubblicazioni scientifiche, i corsi e le esercitazioni avevano come obbiettivo principale quello di formare i giovani (specialmente i suoi collaboratori). È anche grazie a loro se l’azienda è cresciuta sempre più facendo della passione per la Ricerca Radiologica la storia di un uomo di scienza e la storia di un’industria scientifica.

La scintilla che fece scattare nella mente di Gilardoni quel desiderio di approfondire la radiologia fu la visita della mostra per il centenario di Alessandro Volta; fu come un’illuminazione che segnò il suo destino. Decise allora di dedicarsi allo studio della fisica e dell’Elettrotecnica radiologica, con quell’audacia, perseveranza e spirito di sacrificio che già erano parte del suo carattere.

L’ingegner Arturo Gilardoni aveva iniziato a lavorare come volontario in Siemens, nel settore dell’alta tensione. Per andare in Germania si fece prestare del denaro dal nonno, direttore della Valle Meria (Falck), una acciaieria del tempo. Il nonno gli disse: «Te li presto e me li restituirai». Un tempo, per dar il buon esempio e la giusta educazione ai giovani, non si regalava il denaro, ma si prestava e si restituiva in seguito (e così fece Arturo, restituì l’intero prestito a suo nonno). 

Terminata, la Seconda guerra mondiale gli fu offerta la dirigenza della nuova Siemens di Milano che doveva risorgere dalle rovine, ma Arturo Gilardoni preferì mettersi in proprio. Iniziò con la produzione di un piccolo monoblocco, il quale gli garantì un grande successo. 

Arturo Gilardoni viene ricordato per l’invenzione dei MONOBLOCCHI in Italia, difatti all’epoca non erano conosciuti. Le apparecchiature radiologiche erano delle enormi macchine (provenienti da mercati esteri), con dei generatori dalle dimensioni eccessive, difficili da trasportare e gestire. Con l’invenzione dei Monoblocchi l’Ingegnere riuscì a ridurre in un involucro di qualche kg tutta la potenza di un sistema che inizialmente era fisso e non trasportabile. In questo modo si riuscì a trasportare i generatori di raggi X non solo fuori dalle fabbriche, consentendo dei controlli in situ, ma si arrivò anche a rendere un apparecchio medicale portatile anche a domicilio del paziente.

Nel settore delle alte tensioni progettò con Pugno Vanoni un impianto di 800000Volt, autentico primato europeo dell’epoca. Ottenne molti riconoscimenti come, ad esempio, il premio Leonardo da Vinci per un particolare generatore a raggi X ad impulsi molto corti, oltre una laurea honoris causa in Fisica all’Università di Ferrara nel 1971.

Scrisse ben quattro trattati nel corso della Sua vita in Gilardoni, tra cui uno nel 1973 a 50 anni dal suo imprinting con la radiologia. Egli sentì il bisogno di condensare il suo anniversario in un libro. Non pretendeva di dare delle verità assolute, anche perché da ricercatore egli sapeva bene che la verità è sempre “dopo” l’ultima scoperta. Arturo ripeteva sempre che i trattati nascono già vecchi, ma possono servire come “fotografie” del passato, per reperire i dati e farne da trampolino di lancio per nuove conquiste.

Quella scintilla fu per Lui un faro sicuro che segnò la strada della sua vita e del suo lavoro. Ecco che per Noi, dopo oltre settant’anni e giunti alla terza generazione, Arturo diventa a sua volta il nostro faro. Per noi rimane un modello insostituibile poiché ha saputo trasmettere i valori fondamentali sui quali la Gilardoni si fonda tuttora. Ci piacerebbe ricordare un consiglio che Lui ribadiva spesso ai suoi ragazzi, il concetto di “semplicità”.

“Abituandosi a pensare e a lavorare con semplicità si risolvono meglio e più facilmente i problemi, eliminando le sovrastrutture di pensiero e d’azione”

Rivolgiamo un grazie di cuore a un uomo il quale ha saputo creare e crescere un’azienda come fosse la sua famiglia, tramandando i suoi insegnamenti e i suoi consigli che non hanno mai smesso di accompagnare le varie generazioni che si sono susseguite nel tempo.

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