Sentiamo parlare ormai molto spesso di “additive manufacturing” ma sappiamo esattamente di cosa si tratta?  L’AM è una tecnologia innovativa, che consiste, partendo da modelli matematici, nel realizzare modelli fisici mediante la sovrapposizione di materiali strato su strato fino alla realizzazione dell’oggetto desiderato.


Dato un preciso modello 3D siamo in grado di realizzare oggetti con elevata flessibilità sia in termini di geometrie che di dimensioni e materiali.

Congresso controlli non distruttivi navale - shearografia
Ma ci siamo mai chiesti come siamo arrivati all’additive manufacturing e cosa è cambiato nel nostro modo e metodo di progettazione nel corso di questi anni?

Facciamo un passo indietro, neanche troppo lontano. Le tecnologie hanno fatto passi da gigante, se ci pensate soltanto 40 anni fa i nostri padri utilizzavano un tecnigrafo per realizzare i loro progetti. Sul finire degli anni 80’ l’esplosione del fenomeno informatico trasforma radicalmente il modo di lavorare di migliaia di progettisti. Dal disegno manuale si passa al disegno assistito dal computer, si sviluppa il CAD 2D. Con l’evoluzione delle tecnologie, si è passati poi alla modellazione 3D alla fine degli anni 90’, portando una serie di benefici ai progettisti.< Ma questa evoluzione tecnologica la si trova ovunque e nel nostro caso è possibile compararla anche con i metodi di fusione e le analisi radiografiche che si sono evolute nel corso della storia.   >Per quanto riguarda le fonderie, la tecnica che veniva maggiormente utilizzata era la colata di fusione (in terra) che corrisponde alla classica e più antica lavorazione di fonderia.
È uno dei processi dotati di maggiore versatilità e può essere realizzato praticamente con ogni tipo di metallo o lega. Con il tempo le tecnologie proseguono e viene introdotta la colata in pressofusione: questo è un metodo che prevede il versamento (ad esempio) dell’alluminio liquido in una camera a pressione per riempire la forma (detta anche stampo) ad alta velocità.

La tecnologia della pressofusione dei metalli inizia la sua storia nella seconda metà dell’Ottocento negli Stati Uniti d’America. Da allora questo processo produttivo ha raggiunto notevoli sviluppi tecnologici tanto da arrivare a parlare di tecnologia additiva. La tecnologia dell’Additive Manufacturing (AM) sta vivendo una crescita esponenziale sia in ambito di ricerca sia in ambito industriale. Tale tecnologia è infatti uno dei processi produttivi più promettenti per la fabbricazione di componenti strutturali in diverse leghe metalliche e tra queste anche leghe caratterizzate da basso peso specifico ed elevate prestazioni come quelle di alluminio

Gilardoni nella sua storia è cresciuta, affrontando con fantasia e creatività le sfide poste dalla società applicando le tecnologie radiologiche a tutti i campi dove potevano essere “la soluzione”. Difatti se ci pensate anche la radiologia ha fatto tantissimi passi avanti da quando è stata scoperta. Inizialmente era soltanto un’immagine su una lastra, poi siamo arrivati a poter vedere in scopia un’immagine in digitale e ora possiamo avere la restituzione tridimensionale di un oggetto scansionato ai raggi X per vederne il suo interno senza doverlo distruggerlo e siamo quindi arrivati alla tomografia computerizzata. Grazie all’utilizzo di un software dedicato è possibile interrogare il nostro oggetto per qualsiasi misura. Attraverso una tomografia possiamo ottenere diversi risultati, come:
  • esecuzione di un esperimento di permeabilità assoluta
  • rendering a volume object
  • analisi delle fibre composite
  • automazione con macro ed elaborazione batch
  • effettuare sezioni e dettagli
  • possibilita’ di effettuare misure puntuali e determinare densita’

Oggi la sfida è quella di progettare e realizzare impianti  tomografici che possano soddisfare le esigenze di controllo poste da questa nuova tecnologia di produzione.

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